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mercoledì 8 febbraio 2012

Di l'ATO, davanti e "d'arrere". Ma la storia continua.........

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Nella Delibera della Corte dei Conti - Sezione di controllo per la Regione sicilia - a pag. 9, leggo tra l'altro:
"..., risultano all'attivo crediti verso i Comuni e specie verso gli utenti/contribuenti TIA sostanzialmente inesigibili. Va osservato a riguardo come, nel passaggio dal regime Tarsu a quello Tia, la nuova tariffa sia stata determinata e approvata dalle società ATO e non dai Consigli comunali, sulla base di una errata interpretazione della normativa vigente e degli stessi Statuti degli ATO. Per diversi anni, dal 2005 al 2009 (NdB.: E forse, purtroppo anche successivamente), le società d'ambito hanno fatturato una tariffa TIA che, a causa della incompetenza a deliberarla (sic!), riscontrata dal Tar e dalle commissioni tributarie, si è risolta in un credito inesigibile e comunque privo di fondata legittimità (NdB.: Da ignorante e cretino mi chiedo: e perchè continuano a fatturare con lo stesso criterio?). In occasione dell'adunanza pubblica tale situazione ha avuto esplicita conferma.
Ma non è tutto, perchè anche a riguardo della Tarsu non mancano seri interrogativi sulla regolarità dei comportamenti adottati dalle società d'ambito (ATO) committenti dei servizi. Frequenti, infatti, i casi di affidamento del servizio con oneroso corrispettivo, superiore del 50 % al livello della tariffa, pattuito sulla base di capitolati che prevedevano in realtà standard elevati non riscontrabili invece nei servizi effettivamente forniti, anche a causa della mancanza delle necessarie condizioni strutturali o organizzative la cui inesistenza non poteva non essere conosciuta  dalle committenti società d'ambito, come pure prevedibili dovevano essere gli indebiti guadagni in tal modo assicurati ai gestori del servizio.

martedì 7 febbraio 2012

Ne di L'ATO, ne 'pi_LATO (che se ne lavò le mani), ne 'ccul Ato ( e capirete perchè).

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In questa pagina (pag.23) la Corte dei Conti nelle sue conclusioni scrive:
L'indagine conclusa e i risultati descritti, riferiti agli anni 2007-2009 dimostrano quanto fosse necessario in Sicilia il ripristino della legalità e di una sana gestione finanziaria nel ciclo integrale dei rifiuti soliti urbani. Le gravi criticità riscontrate sono infatti specialmente riferibili ad  un tessuto di diffuse irregolarità e connivenza di interessi, nel cui ambito a venir meno sono stati tutti i parametri di sana gestione.  [...........]
L'indagine di questa Sezione ha perciò positivamente apprezzato l'iniziativa del governo regionale volta ad un decisivo superamento delle riscontrate illegalità tramite una riforma del settore, maturata - come si è detto - nell'aprile 2010, con la messa in liquidazione delle ventisette società d'ambito e la ricostruzione del sistema di gestione dei RSU sulla base di dieci nuove società d'ambito, con l'obiettivo destinato a far premio di tutte le illegalità passate e da annientare. Restano peraltro riservate alle iniziative della magistratura penale e contabile i pregiudizievoli esiti conseguenti le passate gestioni.